a cura di Luigi Cavadini
21 settembre – 21 dicembre 2019
Orari: da mercoledì a sabato, dalle 14.00 alle 18.00
Inaugurazione: venerdì 20 settembre ore 17.00
Presso la Gipsoteca Gianluigi Giudici di Lugano (Riva Caccia 1A) si inaugura venerdì 20 settembre alle ore 17 la mostra Gianluigi Giudici: lo scultore dipinge che presenta i disegni dell’artista, che ne hanno accompagnato l’attività di scultore, nella loro duplice variante: nell’ambito figurativo rappresentano studi per la scultura, in quello organico riprendono le forme delle opere per farne “personaggi” in un paesaggio immaginario ad essa coerente.
Giudici (1927-2012) è stato scultore particolarmente apprezzato sia per quanto riguarda la sua ricerca e la sua produzione nell’ambito dell’arte sacra, che lo ha impegnato fin dagli anni giovanili, sia per quanto riguarda i suoi lavori di scultura informale di matrice organica che ha elaborato e prodotto a partire dagli anni Settanta.
L’occasione di questa rassegna è particolare perché si tratta della prima presentazione ampia della sua produzione grafica e pittorica, da sempre tenuta piuttosto riservata dall’artista. Ed è significativo il fatto che nella selezione si siano volute individuare disegni che rimandano a molte delle opere esposte nella gipsoteca o che da esse sono originati. Oltre 80 sono i fogli esposti assieme ad alcuni dipinti che documentano anche la sua limitata produzione pittorica.
Nei dipinti di studio e di progetto per la scultura sacra si può apprezzare il processo creativo che porta alla realizzazione plastica dell’opera, mentre nei disegni e dipinti aventi la scultura organica come riferimento si ha la sorpresa di vedere come l’artista immagini queste sue creazioni come forme viventi e attive entro ambientazioni virtuali ad esse congeniali.
La mostra resterà aperta fino al 21 dicembre dal mercoledì al sabato dalle ore 14 alle 18.
GIANLUIGI GIUDICI – BIOGRAFIA
Gianluigi Giudici nasce il 13 luglio 1927 a Casanova Lanza (ora Valmorea) in provincia di Como. Si forma alla Scuola d’arte Castellini di Como e poi “a bottega” nello studio dello scultore Pietro Tavani. Nel 1947 collabora prima e poi dirige un laboratorio di sbalzo in rame a Campione d’Italia, ma poco dopo apre un proprio atelier di cesello e scultura e per anni si dedica principalmente al rinnovamento dell’arredo sacro, ottenendo importanti commissioni soprattutto in Italia e in Svizzera, ma sue opere sono presenti anche in Vaticano, a Lourdes e a Nazareth. Il suo lavoro trova ottimi riscontri nelle principali rassegne di arte sacra, frequenti in quegli anni, a Novara, Milano e Bologna. Sono numerose le chiese delle diocesi lombarde e ticinesi (ma non solo) che posseggono suoi lavori o in cui ha curato interventi di adeguamento degli spazi absidali e dei fonti battesimali alle nuove norme liturgiche derivanti dal Concilio Vaticano II. Di particolare rilievo inoltre il suo apporto alla decorazione plastica della Chiesa del Buon Pastore a Vienna, per la quale ha realizzato sculture per oltre 25 anni a partire dal 1966.
Del 1968 è la sua prima scultura organica, progettata per il concorso per il Palazzo di Giustizia di Como, cui seguono negli anni molte opere, anche di grandi dimensioni, per parchi, giardini privati e spazi pubblici.
Nella realizzazione di sculture per la nuova Chiesa di S. Francesco a Sondalo (SO) tra 1995 e 1998 riesce finalmente a integrare per la prima volta in ambito sacro elementi figurativi ed astratti: rilevante a questo proposito è l’altare in bronzo, in cui il gioco tra le forme astratte e il bronzo lucido e ruvido gestiscono molto bene il senso di spiritualità, meditazione ed elevazione cercato dall’artista.
Molte le presenze di Giudici in mostre collettive o a tema partendo dalla “IV Internazionale di Arte sacra” di Novara del 1959, mentre ridotta è stata l’attività espositiva con rassegne personali: da ricordare quelle tenute a Zurigo e ad Ascona nel 1976, a Lecco nel 1977, a Uggiate Trevano (con lo scultore inglese John Hale) nel 1980 cui seguono nel 2000 una rassegna nel centro storico di Bormio (So), nel 2001 la presentazione di opere esemplari del suo itinerario di ricerca nello spazio di San Pietro in Atrio a Como e nel 2004 l’ultima personale “tra figurazione e astrazione” nella vecchia chiesa di Faloppio (CO).
Gianluigi Giudici muore a Valmorea il 16 febbraio 2012.
La Gispoteca a lui dedicata dalla Fondazione Renato e Gialnuigi e Giudici, attiva dall’ottobre del 2017, accoglie nelle sale disposte sui due piani del museo, oltre 300 opere, in massima parte in gesso (ma non mancano esemplari in bronzo) che illustrano l’evoluzione della sua ricerca.